L’allenamento funzionale (functional training) è un sistema di allenamento basato, come suggerisce il nome stesso, sul principio di funzionalità.
Un esercizio o un workout possono definirsi funzionali solo se riescono nell’intento di rendere più efficace ed efficiente un determinato movimento, o di risolvere / migliorare eventuali complicazioni fisiche o i sintomi ad esse correlati.
Cerchiamo ora di capire quanto è importante assumere un atteggiamento realmente funzionale prima di cimentarsi o di tenere una lezione di functional training.
Non possiamo, ovviamente, elencare tutte le numerose osservazioni che spetterebbero al caso. Ma facendo esempi indicativi e facilmente comprensibili, consapevolizzeremo a sufficienza i lettori.
Parliamo ora di un must dell’allenamento, non solo funzionale, ma generale: lo squat.
Partiamo dal presupposto che fare squat implica di dover fare i conti con il livello di mobilità coxo-femorale, tibio-tarsica e con l’integrità del ginocchio.
A queste, dobbiamo aggiungere – perché non sono sinonimi – possibili retrazioni e rigidità muscolari, in particolare dei flessori della coscia / estensori dell’anca, degli adduttori, dell’ileo-psoas ecc.
Complicazioni di entrambi rendono impossibile o quasi mantenere una certa compostezza della schiena durante il gesto di accosciata.
Già avvicinandosi al parallelo (femore orizzontale), un’eccessiva chiusura coxo-femorale determinerebbe la “perdita della schiena”.
Proseguendo col movimento, entrerebbero in gioco le eventuali retrazioni o rigidità muscolari, anch’essi limitanti il movimento dell’anca.
In ultima ma non per ultima, sotto il parallelo acquisisce un’importanza cruciale la mobilità dell’articolazione tibio-tarsica che, se insufficiente, non consentirebbe alla caviglia di flettersi “scendendo col sedere a terra”; ciò determina una maggiore difficoltà di equilibrio e mal compensazione della schiena.
Quindi, lo squat, per essere funzionale non deve sottostare alle limitazioni muscolari e – in certi limiti – articolari. Se lo squat “non riesce bene”, prima di tutto è indispensabile valutare il ROM della coxo-femorale e della tibio tarsica; poi, bisogna osservare il grado di estensibilità dei muscoli potenzialmente limitanti.
Non è semplice, ma non deve esserlo; e soprattutto dovrebbe far parte del bagaglio culturale di un trainer di allenamento funzionale.
Di seguito riassumiamo i vantaggi o benefici che le attività pseudo-funzionali conferiscono a chi le pratica regolarmente:
FONTE: https://www.my-personaltrainer.it/allenamento/allenamento-funzionale-motivi.html